Dai furti nelle abitazioni alle truffe agli anziani, che ormai hanno imparato come reagire e comportarsi. Dal contrasto serrato allo spaccio di stupefacenti agli episodi di violenza domestica «che non si possono raccontare», dalla percezione della sicurezza al rispetto reciproco per tutti i colleghi per finire ai legami di amicizia che si sono consolidati nel tempo e che gli fanno promettere che sì, a Isernia, tornerà. Da semplice cittadino, con l’occhio lungo del carabiniere, però.
Ieri mattina il colonnello Vincenzo Maresca, dopo tre anni di permanenza alla guida del Comando provinciale dei Carabinieri di Isernia, ha salutato i suoi uomini e la città. Assumerà l’incarico di capo ufficio Oaio della Legione Campania.
Un saluto, il suo, rispettoso e affettuoso nei confronti di una città che lo ha accolto e ne ha saputo apprezzare le doti, umane e professionali. Il colonnello Vincenzo Maresca, affabile ed empatico, lascia una impronta importante fra gli isernini: autorevole senza essere autoritario, sempre disponibile con tutti, perfettamente a proprio agio nella collettività isernina, ha mostrato quello Stato che è sempre accanto ai cittadini, che li supporta e li aiuta ma che sa anche indirizzarli. Maresca, più di ogni altro comandante, lascia un segno indelebile del suo passaggio a Isernia.
Nel suo saluto commosso al territorio ha voluto ringraziare i cittadini molisani, i suoi uomini e le altre forze dell’ordine, tutte componenti che gli hanno consentito di vivere pienamente un triennio in Molise all’insegna della collaborazione nella difesa della legalità.
«Dall’inizio del mio comando l’obiettivo era quello di mantenere un ottimo livello di ordine e sicurezza pubblica. Non solo l’Arma dei Carabinieri ma tutte le articolazioni dello Stato come Prefettura, Questura e Guardia di Finanza ci sono riuscite ma di sicuro in futuro si farà meglio» – commenta il colonnello Maresca nel corso dell’incontro con la stampa.
Dall’odioso fenomeno delle truffe in danno degli anziani, fronteggiato attraverso una capillare azione di informazione che ha consentito ai soggetti più fragili di riconoscere i pericoli che spesso si celano dietro finti avvocati o finti dipendenti di enti pubblici ai tanti episodi di violenza che, purtroppo, si consumano fra le pareti che dovrebbero essere quelle più sicure, nelle case dove troppo spesso le donne subiscono.
«Si lavora ancora in ambito familiare – spiega il colonnello – ma, come sapete, non lo diciamo anche in accordo con la Procura. Però, quasi tutte le Stazioni del territorio sono impegnate in casi di violenza familiare, più o meno gravi. E, come sapete adesso la nuova normativa assegna anche compiti specifici alla Prefettura in ambito di sicurezza delle vittime. Questa rete sul territorio sta funzionando, qui non si sentono situazioni particolari che magari, ad esempio, accadono in altre parti d’ Italia perché siamo ben coesi. Riusciamo a fare il nostro lavoro. Non sempre le cose che si fanno si possono dire anche a tutela delle vittime, però la popolazione da sapere che noi ci siamo».
Al suo posto, assumerà l’incarico di comandante provinciale dei Carabinieri di Isernia il colonnello Fabrizio Coppolino, proveniente da Messina.
Ma con quale stato d’animo il colonnello Maresca cede il testimone?
«Lascio una città che mi ha accolto benissimo – commenta –, ci tornerò spesso e volentieri perché qui lascio anche carissimi amici che mi seguiranno nel percorso della mia vita. Non sono lontano e quindi verrò spesso nelle occasioni in cui magari si festeggia qualcosa. Verrò da libero cittadino, non più con il peso gravoso di essere il comandante provinciale. L’occhio dei carabinieri c’è sempre – puntualizza con il sorriso –, però sarò più libero».
Una comunità nella quale ha trovato dei punti fermi, amici che saranno presenti e per i quali lui farà altrettanto.
«Il 99 percento della popolazione è di indole buona, non bisogna aver paura dei carabinieri né far crescere i bambini con questa paura – ironizza –. I carabinieri sono qui, sono pagati per essere al servizio della gente, anche per dare un consiglio che molte volte forniamo spassionatamente anche in base alla nostra esperienza. Si può anche sbagliare ma occorre comprendere che la nostra presenza in strada, sul territorio, per chi non ha nulla da temere porta solo benefici».
Una città amica ma anche una squadra, quella che ha trovato ed ha saputo guidare in questi tre anni che ha lavorato con il medesimo obiettivo.
«Ogni comandante non sarebbe nulla da solo. Noi abbiamo una struttura gerarchica e ci avvaliamo dei nostri collaboratori. In questo caso i miei comandamenti di Compagnia, il comandante del Nucleo investigativo, mi piace ricordare il colonnello Triggiani che ha retto i due Comandi, i comandanti di Stazione, tutte le pattuglie sul territorio. Di notte non c’ero io sulle strade ma i ragazzi. Che ci sono e continueranno ad esserci».
ppm

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